Sollecitudine dal cuore per il cuore

Sollecitudine dal cuore per il cuore


Prospettiva Betlemme, n. 75 - Tema

Nella cameretta coi disegni di Celina, il dottor Saliba Ghneim è quasi un corpo estraneo.
Foto: © Caritas Baby Hospital

Cinquanta giorni di degenza ospedaliera sono un periodo lunghissimo per un bambino. Tanti sono stati quelli trascorsi dalla piccola Celina nella Terapia intensiva del Caritas Baby Hospital. Ma le cure amorevoli e i momenti di distrazione nell’area giochi hanno reso la sua permanenza più gradevole.

Celina, sette anni, vive con la famiglia nel villaggio di Nahalin, a sud di Betlemme. Chi la conosce sa che è interessata a tutto e trabocca di energia. Tuttavia, dietro il suo sorriso si cela una grave malattia. La bambina è nata con un difetto del setto interventricolare e per questo va soggetta non di rado a infezioni.

Un giorno Celina viene colta da febbre altissima, accompagnata da forti conati di vomito. I suoi genitori Dua’ e Mohammed sono molto preoccupati. Sanno infatti che per un bambino con questa malformazione cardiaca, un’infezione può rivelarsi letale. Il medico del posto consiglia di portare urgentemente la piccola al Caritas Baby Hospital di Betlemme.
 

Paura dell’intervento

I primi esami confermano il sospetto: Celina ha contratto una grave infezione batterica. Dall’ecografia si vedono la vastità dell’infezione e la proliferazione batterica sul suo cuoricino. Un’infezione, per queste patologie, può rappresentare un altissimo rischio.

La piccola viene subito ricoverata al Caritas Baby Hospital, collegata al monitor cardiaco e sottoposta a somministrazione antibiotica per endovena. Le sue condizioni, tuttavia, peggiorano: forte dolori al petto accompagnati da altro vomito e pulsazioni impazzite. La bimba viene portata subito in Terapia intensiva.

«È stato orribile vedere nostra figlia soffrire in quel modo», ricorda la mamma. «Già in condizioni normali Celina è terrorizzata alla vista di un ago. Ma quella volta, di aghi, ce n’erano per tutti i gusti». L’intervento è stato comunque più sopportabile di quanto temessero piccola e genitori. In tali momenti vengono fuori tutte le competenze pediatriche del Caritas Baby Hospital. Quando i pazienti sono costretti, per lunghi periodi, a terapia farmacologica per via endovenosa, viene loro inserito un catetere adeguato alla grandezza delle vene. Il catetere viene tolto solo di rado, il che permette di somministrare i farmaci necessari o le soluzioni nutritive. Diventa quindi superfluo «bucare» in vari punti; col tempo la piccola riesce anche a camminare. Dopo aver lasciato la Terapia intensiva, Celina ha imparato a muoversi con sempre maggiore libertà.
 

Scintillante e vestita da Unicorno nei corridoi dell’Ospedale

Vagando per i corridoi Celina scopre l’area ludica. In questo luogo protetto i bimbi ricoverati possono giocare, incontrare i loro coetanei, e sono seguiti con amore dalle infermiere, in particolare da Awatef e Rita. Le due signore hanno ricaricato il morale della piccola facendole sentire la loro affettuosa vicinanza. Giocare con loro le ha consentito di dimenticare un po’ la malattia e ha favorito il suo processo di guarigione.

Un po’ alla volta si è tornati alla normalità. Celina si è divertita ad andare a zonzo, vestita da Unicorno e sfoggiando un po’ di rossetto sulle labbra. Ora, anche i suoi genitori si sono ripresi dalla prova. «Qui al Caritas Baby Hospital sono attenti a ogni dettaglio. Non solo in termini di assistenza ma anche di umanità», ringrazia la signora Dua’.

Foto: © Caritas Baby Hospital

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