Prospettiva Betlemme, n. 63 - Approfondimenti

Prospettiva Betlemme, n. 63 - Approfondimenti


Un angelo di Betlemme

Contribuzione et Foto: © Inge Günther

Era in fase in degrado, finché l’UNESCO, nel 2012, l’ha inserita nella lista come patrimonio dell’Umanità, un fatto inedito per la Palestina. Durante i lavori è venuto alla luce persino un angelo che si riteneva perduto.

Entrando in una delle chiese più antiche al mondo è sempre necessario abbassare la testa. Fu l’imperatore Costantino, nel IV secolo, a farla costruire sulla grotta dove venne al mondo il Salvatore. Ottocento anni più tardi furono i Crociati a murare la porta principale perché non potessero entrare i cavalli. Da allora esiste sempre la stessa porticina attraverso la quale accedere alla Chiesa. Una volta entrati, merita alzare lo sguardo. Come dal cielo brillano sui mosaici parietali raffiguranti scene bibliche angeli ad altezza uomo.

Nessuno immaginava tanto splendore fino a quando, nel 2013, il presidente palestinese Mahmoud Abbas, con il Comitato creato ad hoc, affidava alla ditta italiana Piacenti l’incarico di porcedere al restauro di queste sacre mura della Cristianità. I tempi erano davvero maturi. In inverno entrava addirittura la pioggia perché i tre responsabili della gestione della Basilica – i Greci-ortodossi, i Francescani e gli Armeni – non erano riusciti a trovare un accordo nemmeno su minimi interventi strutturali.

Inizialmente, insieme ad artigiani betlemiti, fu necessario risistemare il tetto, provvedere alla applicazione dei doppi vetri con protezione contro i raggi ultravioletti e infrarossi, sostituire i travi fatiscenti prima di intervenire sui tesori artistici. Sotto una patina scura, anche se in maniera indistinta, apparivano almeno sei di quelli che erano inizialmente 12 angeli. Venivano inserite le tessere mancanti e i fogli d’oro ma, dove si era cacciato il settimo angelo che un monaco, 200 anni prima, a causa di una parte della testa mancante aveva coperto di intonaco? Grazie alla termografia e a un particolare fiuto, la ditta Piacenti riusciva infine a riportarlo alla luce.

Ora gli angeli si mostrano in tutto il loro splendore, con le braccia aperte verso la grotta della Natività dove brilla la stella d’argento. Sono stati smontati anche gli ultimi ponteggi necessari per il restauro, costato oltre 20 milioni di euro e finanziato in parte dall’Autorità palestinese e in parte da donatori internazionali. E Betlemme, dopo i magri anni della pandemia, spera ardentemente nel ritorno di turisti e pellegrini.

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